Obiettivi di crescita personale: il primo passo per raggiungerli

“Vorrei avere più consapevolezza di me”.

“Devo diventare più zen”.

“Miro a cambiare e migliorare la mia vita”.

“Desidero avere più autostima”.

Queste sono solo alcune delle frasi che i miei/le mie clienti mi dicono all’inizio di un percorso di coaching.

Come raggiungere i propri obiettivi personali: il focus è molto spesso questo.

Definiamo i propri obbiettivi personali

Ma andiamo ad analizzare insieme l’etimologia della parola “obiettivo”: dal latino obiectus, participio passato di obicere, che vuol dire porre davanti.

La definizione degli obiettivi – da quelli più personali e privati a quelli lavorativi e professionali – è molto importante. Tuttavia, dobbiamo rimanere focalizzati sul processo, più che sul risultato.

Mi spiego meglio: ogni essere umano ha desideri e bisogni, ciascuno di noi si prefissa degli obiettivi e ambisce ad arrivare da qualche parte. Ma come in ogni cammino, per raggiungere la meta è necessario percorrere la strada – con tutti gli ostacoli che presenta.

La crescita personale non è mai lineare, non è bianca o nera. È un percorso tortuoso, fatto di sali e scendi, curve e rettilinei, poi ancora curve. E gli obiettivi devono essere solo dei fari che illuminano la via, non la destinazione.

Cambiare vita, aumentare l’autostima o migliorare la consapevolezza possono essere delle modalità di lavoro su sé stessi, più che veri e propri obiettivi. Quelli che noi comunemente chiamiamo obiettivi sono per lo più dei desideri profondi.

E se anziché ossessionarci ogni giorno, ogni anno (magari proprio a gennaio o settembre che corrispondono a dei mesi di nuovi inizi), sul raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, spostassimo l’attenzione sul perché vogliamo quelle cose?

Dietro a ogni obiettivo c’è un desiderio: il voler perdere peso nasconde un grande bisogno di accettazione e amore; voler leggere più libri e usare meglio il proprio tempo libero potrebbe essere solo la punta dell’iceberg che invece non è altro che desiderio di autostima.

Concentrarsi solo sul risultato significa dimenticarsi del processo. Ossia di tutti i piccoli e importanti passaggi che ci portano dal punto di partenza all’obiettivo. In questo articolo ti racconto 5 cose da NON fare quando se vuoi raggiungere degli obiettivi.

Insomma, riuscire a raggiungere i propri obiettivi è possibile, ma solo dopo aver capito qual è la vera ragione per cui li ambiamo così tanto. Ne parlo anche in un Instagram Reel che ho pubblicato sul mio profilo.

Esempi di obiettivi

Bè, vediamo quali sono gli obiettivi di sviluppo personale o professionale più comunemente gettonati.

  1. Aumentare l’autostima

    Nathaniel Branden, famoso psicologo canadese, parla di 6 pilastri dell’autostima: sei punti fondamentali per amarsi e fidarsi di sé stessi. Purtroppo nessuno di noi ha ricevuto a scuola o in famiglia un’educazione emotiva – che invece si dimostra di fondamentale importanza.

    Quando vogliamo aumentare la nostra auto stima (stima di sé, o ancora meglio, consapevolezza di sé), un percorso di life coaching potrebbe essere una strada percorribile.

    Ma attenzione a non ridurre tutto alla semplice parola autostima, troppo inflazionata purtroppo. Lavorare su se stessi richiede pazienza, compassione e fiducia. Datti tempo, non aspettarti subito di cambiare radicalmente.

  2. Superare le proprie paure

    Un altro tra gli obiettivi che mi si presentano davanti più spessi durante i miei percorsi individuali di coaching. Cercare di superare una paura è un gesto molto coraggioso, ma anche qui, attenzione.

    Non confondere l’affrontare una paura con il non avere più paura. Molto spesso le persone ambiscono ad eliminare completamente ciò che temono di più, quando invece è importante capire che la paura è un’emozione utile come tutte le altre e non va evitata, anzi.

    Piuttosto è il rapporto sano con le proprie paure a fare la differenza. Io personalmente ho trovato illuminante il libro “Atlante delle emozioni umane”: 150 emozioni che proviamo o non sappiamo di provare.

  3. Ridurre lo stress

    Questo è spesso stato uno dei miei principali desideri per tanto tempo, e lo è tuttora. Lo stress ci fa ammalare, ci spegne, ci affatica. Può sfociare nei casi più gravi nella depressione e in questi casi è bene parlarne con uno psicoterapeuta.

    Anche la meditazione aiuta a migliorare la gestione dello stress. Personalmente ho approcciato la mindfulness nel 2015, in un centro buddista di Londra, e da allora non l’ho più abbandonata.

    Oggi infatti fa parte del mio bagaglio personale, culturale e didattico: i miei percorsi di meditazione di gruppo o individuali sono proprio incentrati sull’obiettivo di ridurre lo stress.


Attraverso la respirazione consapevole, la sensazione di ansia può essere ridotta e trasformata in energia positiva. Introdurre anche brevissime meditazioni da 2 o 3 minuti ogni giorno è una buona abitudine che a lungo termine cambia davvero la vita.

  • Smettere di procrastinare

    Se nella tua quotidianità rimandi una particolare cosa ancora e ancora, significa che lì dentro c’è da andare a lavorare. Procrastiniamo ciò che ci fa paura, o che facciamo fatica a gestire.

    Ma anziché sgridarsi ed essere severi con sé stessi, penso sia più utile ascoltarsi profondamente e capire che cosa ci spinge a procrastinare. A volte non è semplice tirare fuori le ragioni.

    Che cosa vuoi davvero, perché pensi di voler o dover fare quella cosa? Definisci in modo chiaro e onesto i tuoi sentimenti, e solo quando li avrai accettati potrai smettere di procrastinare.

  • Aumentare l’autodisciplina

    Vedi punto numero 4. Autodisciplina secondo me è una brutta parola. Molto severa. Credo invece che sia più interessante guardarsi e vivere con flessibilità. Questa tendenza dell’auto motivazione a tutti i costi, a mio parere, è controproducente.

    Quando applichiamo rigidità ci intrappoliamo da soli in una gabbia. Per esempio, mi capita spesso per lavoro di avere a che fare con quello che viene chiamata comunemente miracle morning o morning routine.


Si tratta di svegliarsi alle 4,5 o 6 del mattino e dedicare 1 o 2 ore all’esercizio fisico, alla meditazione, al journalling, alla lettura o a qualsiasi cosa desideriamo. In tutto questo non c’è nulla di male, anzi.


Condivido l’importanza di dedicare del tempo di qualità a sé stessi, trovare spazio per coltivare le passioni e praticare il benessere a 360 gradi. Ciò su cui non sono d’accordo è la rigidità con cui questa modalità debba essere applicata alla vita di ciascuno di noi.

Io per esempio, come credo molte altre persone su questo Pianeta, fatico molto ad alzarmi presto. Al contrario sono molto attiva e creativa la sera, dopo il tramonto. Perché dobbiamo plasmarci ad una regola, e non plasmare la regola su di noi?

Possiamo benissimo dedicarci del tempo la sera, anziché al mattino, oppure alle 8, alle 9 alle 13. Non importa che ore sono, ciò che conta è come usi quel tempo. Per questo motivo io non cerco mai di condurre i miei/le mie clienti su un’unica strada. Ciascuno trova il proprio modo giusto, la propria miracle routine.

  • Lasciare andare il passato

    Tasto dolente per molti. Me compresa. Siamo così abituati a rimanere attaccati al passato, che anziché guardare in avanti, abbiamo spesso lo sguardo rivolto verso i ricordi.

    Ciò che è stato non tornerà, nel bene e nel male. Quando lavoro con persone coinvolte sentimentalmente in una relazione finita, questo è uno degli obiettivi principali: lasciare andare. Sì, ma come si fa?

    Come scrivevo prima: richiede tempo. I percorsi di crescita non sono lineari, non hanno date di scadenza, non possiamo sapere prima quando ci riusciremo. Ciò che conta è concentrarsi ogni giorno su sé stessi.

  • Stare bene con sé stessi

    Molto generico come obiettivo. Infatti quando una persona mi dice “vorrei imparare a stare bene con me stess*”, io rispondo sempre così: “cosa vuol dire per te stare bene con te stess*”?

    Di nuovo, non esiste un unico modo universale. Qual è il tuo? Che cosa ti aspetti, cosa desideri, che cosa ti fa stare bene? Sii preciso o precisa.

  • Prendere decisioni migliori

    Molto spesso ci sentiamo incapaci di prendere decisioni giuste. Vero? Capita a tutti. Il fatto è che non esistono decisioni migliori o peggiori: conta solo come ti senti nel momento presente, e l’onestà intellettuale con cui prendi quella scelta.

    Se in futuro si rivelerà “sbagliata” non potrai crucciartene, perché a suo tempo sembrava “giusta”. I concetti di giusto e sbagliato sono incompatibili con la crescita personale e la psicologia.

    Sii più compassionevole, coltiva la sincerità, ascoltati. Le tue decisioni saranno in linea con te.

  • Diventare più consapevoli

    Avere più consapevolezza di sé vuol dire tutto e vuol dire niente. Alle persone con cui lavoro dico sempre di visualizzare in modo chiaro e preciso gli aspetti su cui desiderano avere maggiore consapevolezza.

    Questa grande qualità si coltiva giorno dopo giorno in tanti modi diversi: l’ascolto di sé stessi, il perdono, l’accettazione, la flessibilità.

  • Abbandonare le cattive abitudini

    Esistono tanti libri su come instaurare buoni abitudini e abbandonare quelle cattive (io ho letto Piccole Abitudini e Grandi Cambiamenti di James Clear). Anche in questo caso, ogni consiglio va bene, purché se applicato con flessibilità.

    Si dice che un’abitudine si cambi in 21 giorni, ma perché essere così fiscali? E se fossero 30 giorni, o 40 o 100? O magari 5. Chissà, ognuno ha i propri tempi e questo va sempre rispettato.

    Se fosse tutto così semplice che cosa esisterebbero a fare tutte le figure di aiuto alla persona come psicologi, counselor, coach e mentori?

Esercizio per raggiungere i tuoi obiettivi

Butta giù quello che hai in testa: quali sono i tuoi obiettivi?
Ora però per ciascuna voce che hai annotato chiediti: qual è la vera ragione per cui ambisco a questo obiettivo? Che cosa voglio davvero?

Immagine rilassante mare con lucine in una giara


Esempio: voglio dimagrire X chili. Perché voglio perdere quei chili, cosa c’è sotto? Forse voglio sentirmi accettata, amata, forse voglio piacermi. Tieni presente questo desiderio profondo, più che quello che hai definito obiettivo.

Sarà quello a guidarti, e se è tutto vero, ci arriverai. Giorno dopo giorno, azione dopo azione, sbaglio dopo sbaglio. In modo imperfetto, e quindi umano.

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