Non solo smartworking, oggi i lavoratori vogliono molto di più. Perché la salute mentale viene prima di tutto
Era il 2018 quando ho cominciato a mettere in discussione il mio lavoro e la mia vita. Diciamola tutta: me stessa.
A quasi 30 anni avevo guidato il dipartimento eventi di un’azienda come Vivienne Westwood a Londra. Ero stata alle fashion week di Parigi e New York, scrivevo per Elle Italia e guadagnavo bene.
Sulla carta avevo tutto, eppure mi sentivo estremamente vuota.
Era il 2018 quando ho cercato per la prima volta su Google “work life balance”. Avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata è cosa buona e giusta – ce lo hanno detto sempre. Ciò nonostante, sembra essere la cosa più difficile da trovare.
Secondo i risultati della Randstad Employer Brand Research 2022, questo elemento è stato ritenuto importante dal 65% dei lavoratori intervistati nello studio. La ricerca dell’equilibrio tra il proprio lavoro e le relazioni personali è in vetta alla classifica dei desideri più ambiti.
Stabilità finanziaria, un’ottima reputazione aziendale, un ambiente positivo. Ecco di che cosa stiamo parlando. Sembra utopico? Per molti lo è.
Il work life balance prima e dopo la pandemia
La pandemia del COVID-19 ha sicuramente contribuito al fenomeno della Great Resignation (grandi dimissioni) e del Quiet Quitting (anche detto sciopero bianco).
Insomma, chi non si è licenziato comunque ha “allentato la cinghia”, si rifiuta di fare ore di straordinari, non fa più di ciò che gli è richiesto da contratto.
Il tempo libero che improvvisamente, causa pandemia, ci siamo ritrovati ad avere tra le mani ci ha fatto mettere in discussione le nostre priorità. Molti hanno detto basta, altri hanno cominciato a rallentare.
Io per prima ricordo che all’inizio del 2020, nel momento più intenso dell’emergenza sanitaria, passavo spesso il tempo a pensare. A me, alle mie scelte, al mio futuro, a come stavo vivendo la mia vita. E come me, tantissime persone in tutto il mondo.
Mai come in quel momento l’equilibrio casa-lavoro è stato per noi così importante. Quando l’ufficio diventa casa, e la casa diventa il tuo luogo di lavoro, tutto cambia.
E nulla da allora è tornato più come prima, impossible negarlo, anche se oggi le mascherine non sono più obbligatorie ed esiste lo smartworking semplificato.
Teniamo in considerazione che la legge 81/2017 già proponeva prima dell’arrivo del COVID-19 l’attività lavorativa in modalità agile. Ossia, dal 22 maggio 2017 questo decreto legge emanato dal ministero del lavoro si impegna a tutelare tutti i lavoratori in smartworking.
In ogni rapporto di lavoro subordinato, quindi, tra datore di lavoro e sottoposto c’è sin dal maggio 2017 questa clausola. L’esecuzione del rapporto lavorativo, di conseguenza, è subordinata alla tutela di questo aspetto.
Poi con la pandemia c’è stato un obbligatorio cambio di rotta, e tutti i lavoratori, tranne gli operatori sanitari e chi si occupava della vendita di beni primari, sono rimasti a casa.
Lavorare da casa per tanto tempo ha certamente velocizzato il cambiamento che era iniziato in me. Infatti è proprio grazie allo smartworking che sono riuscita a frequentare il master in coaching tra il 2020 e 2021.
Ed è in quel momento che sono riuscita a fare chiarezza sulla mia personale idea di work life balance.
Equilibrio tra lavoro e vita privata: raggiungere l’equilibrio tra lavoro e vita personale

Il termine “work life balance” viene dall’inglese e nasce nel Regno Unito negli Anni 70. Ma è con i primi anni 2000 che acquista veramente popolarità, anche in Italia.
Rappresenta l’insieme dell’atmosfera piacevole e serena che si respira sul posto di lavoro, le relazioni positive tra colleghi, dirigenti e sottoposti, una retribuzione che corrisponde alle responsabilità richieste, la possibilità di avere dei benefit e la flessibilità degli orari.
Uno studio pubblicato sull’European Heart Journal evidenzia dei dati allarmanti: gli orari prolungati di lavoro sono maggiormente associati a disturbi cardiaci, di ansia e depressione.
Qualunque sia la propria attività o professione, il lavoro ideale – se esiste – deve darci equilibrio. Per farci sentire appagati, soddisfatti, rispettati, riconosciuti, felici.
Come sapere se hai un equilibrio vita lavoro
I segnali che ci dicono che la nostra vita ha bisogno di un cambiamento serio e radicale sono tanti. Eccone alcuni:
- Disturbi del sonno
- Ansia e attacchi di panico ricorrenti
- Depressione
- Tachicardia
- Irritabilità
- Sensazione di forte stress
- Mancanza di tempo da dedicare a sé stessi
- Difficoltà di concentrazione
- Disturbi cronici
- Disturbi alimentari nervosi
- Emicranee ricorrenti
Io per anni ho avuto davanti agli occhi tutti questi segnali, e li ho ignorati. Per anni ho messo a tacere l’ansia, curavo la tachicardia con tisane e gocce rilassanti, gestivo l’asma cronica con il Ventolin, piangevo di nascosto appena possibile o mangiavo nervosamente per soffocare le paure.
Poi una sera, durante un grande evento alla Scala di Milano al quale stavo lavorando, sono svenuta. Ho perso i sensi letteralmente, mi sono accasciata a terra nel mio lungo abito nero firmato Twin-Set Simona Barbieri, in mezzo al salone tra i colleghi e gli ospiti della serata.
Quello per me è stato il momento preciso in cui tutto è cominciato a cambiare. Da quel giorno mi sono ripromessa che la mia vita avrebbe avuto un equilibrio. Che il mio lavoro non mi avrebbe mai più fatto del male, io non me lo sarei fatta.
E piano piano ho ricongiunto i cocci di me che si erano rotti. Rimesso insieme le emozioni, le idee, i progetti, i sogni.
Un buon equilibrio è molto difficile da trovare, ma sicuramente è possibile.
Io nell’azienda in cui lavoravo non sono riuscita ad averlo e per questo ho sofferto molto. Ma ne ho creato uno nuovo, uno mio. Come? Mettendomi in proprio.
Come creare il tuo work life balance

Te lo dirò subito e in modo molto onesto: non esiste una formula magica per farlo. Ognuno trova il proprio modo. Come si fa? S’impara ad ascoltarsi.
Capire i propri bisogni, desideri e confini è fondamentale per poter stabilire delle “regole” con sé stessi. Possiamo chiamarli “paletti” entro i quali decidiamo che non vogliamo (più) andare.
Per me quei “paletti” sono stati:
● Basta ore di straordinari non pagati
● Prendersi la pausa pranzo per intero
● Uscire dal lavoro, spegnere il telefono e dedicarmi a me stessa
● Tenere un diario in cui sfogare la mia ansia
● Tornare in terapia
● Praticare yoga e meditazione
● Quando possibile lavorare da casa
La cosa importante è avere il coraggio di conoscersi a fondo, farsi delle domande come:
● Che cosa conta davvero per me nella vita?
● Quali sono i miei valori?
● Di che cosa ho bisogno in questo momento?
● Che cosa desidero per me stesso o me stessa?
● Alla fine della mia vita che cosa voglio vedere guardandomi indietro?
Spesso rispondere a queste domande non è tuttaltro che semplice. Qui intervengono le figure professionali di coach e mentori, guide che ti accompagnano in un percorso di crescita personale alla (ri)scoperta dei tuoi talenti, bisogni, desideri e paure.
Io per esempio, dopo aver lavorato a mia volta con dei coach nel mio personale percorso formativo, oggi offro dei pacchetti di 5 incontri online personalizzati. Life Coaching – se hai bisogno di lavorare sulla tua autostima e capirti di più – o Job & Career Coaching – qualora tu volessi cambiare qualche aspetto della tua vita professionale, a seconda delle tue esigenze.
I miei consigli, intanto, per cominciare a migliorare il tuo equilibrio tra lavoro e vita privata sono questi:
● Impara a dire di NO: quando diciamo di sì a colleghi, capi o familiari per paura di ferire o essere redarguiti stiamo dicendo alla persona più importante. Noi stessi. Dire di no può essere difficilissimo, lo so bene. Ma non per questo è impossibile.
Qui vorrei parlarti di comunicazione assertiva, che richiede di certo un articolo a parte. Ma intanto ti dico questo: si può dire di no a una richiesta anche professionale, senza mettersi nei guai.
Si può dire di no nel rispetto totale dell’altro, proponendo piuttosto una diversa soluzione al problema.
Assertività vuol dire saper esprimere le proprie opinioni, emozioni e bisogni senza paura di rovinare una relazione o una situazione, nel rispetto dell’altro, con sicurezza e tranquillità.
● Delinea i tuoi confini: come scrivevo prima, è importante decidere fino a dove sei dispostə ad arrivare. Quali sono i tuoi confini, i tuoi “paletti”? Ciascuno può settare i propri, non ne esistono di giusti o sbagliati.
Uno può essere: spengnere il cellulare a partire dalle ore 20.00 così da non essere disturbato nelle ore serali durante le quali sei in compagnia dei tuoi familiari o puoi dedicarti al tempo libero; lasciare il portatile in ufficio nei weekend, così da non trovarti a lavorare di domenica.
Se hai orari e ritmi diversi, va benissimo: plasma queste linee guida su di te e sulla tua storia personale. Falle tue. Ciò che funziona per me può non essere utile a te, e viceversa. Sentiti liberə di scegliere ciò che fa per te.
● Dedica tempo a te stessə: di nuovo, come desideri. Puoi praticare yoga all’aperto, iscriverti in palestra, leggere un libro, cucinare o anche non fare assolutamente niente. Purché quello sia tempo 100% dedicato a te.
Usa il tempo libero a disposizione per ricaricarti, riposare, divertirti, fare qualcosa che ti fa stare bene. Quello sarà la tua vitamina C, la dose di propoli contro l’influenza, la tachipirina per il mal di testa.
● Dedica tempo alle relazioni: allo stesso modo, goditi le persone che ami appena puoi. Nelle ore dopo il lavoro, nei fine settimana: trascorri del tempo di qualità con il tuo partner, marito, moglie, compagnə, amici, animali domestici.
Impegnati a conciliare i tuoi impegni con quelli degli altri perché le relazioni intrapersonali sono l’altra linfa che porta nutrimento al tuo spirito.
Un lavoratore felice è anche una persona che ha delle relazioni felici, piene di empatia.
● Vivi il tempo libero come un dono, non uno stress: fai attenzione, perché questa è una delle trappole in cui è più facile cadere.
Certo, fare ciò che ci piace ci dà energia, ma non trasformiamo quel tempo libero a disposizione in un momento di rincorsa a tutto ciò che non hai potuto fare.
Lo scopo del work life balance deve essere proprio quello di darti una sensazione di equilibrio tra l’unto e l’altra. Se ti affanni per fare tutto rischierai di sentirti ancora più stressatə.
Provaci, un giorno alla volta, e fammi sapere come va!
Mandami una mail a [email protected] – sarò felice di conoscerti, ascoltare la tua storia e, se posso, aiutarti.
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